07/11/2023
A Palazzo Vescovile di Portogruaro apre il 16 dicembre la prima ampia esposizione sulle Dogaresse di Venezia. Dipinti, disegni, incisioni, vetri, stoffe e merletti raccontano il ruolo delle prime First Lady della storia e il loro contributo alla civiltà della Serenissima. Ecco "La Dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento" Una delle più celebri è Morosina Morosini Grimani, la moglie del Doge Marino Grimani (1595-1606). Ritratta da Jacopo Tintoretto, fu protagonista di una delle più sontuose cerimonie di incoronazione della storia della Repubblica di Venezia, avvenuta nel 1597, e fondò in città il primo laboratorio di merletto. A lei e tutte le dogaresse, le consorti dei Dogi che hanno attraversato oltre mille anni di storia della Serenissima, è dedicata la mostra “La dogaressa tra storia e mito. Venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento”, che aprirà il 16 dicembre a Palazzo Vescovile di Portogruaro.
Si tratta della prima ampia esposizione dedicata alle prime First Lady della storia, che si sono succedute alla guida della potenza e dei fasti della Repubblica marinara, rivestendo un ruolo e un’importanza culturale rimasti in ombra, che la mostra metterà per la prima volta in risalto. Cinque le sezioni che occupano ognuna le cinque sale di Palazzo Vescovile con dipinti (tra i quali il Ritratto del Doge Alvise Mocenigo di Tintoretto delle Gallerie dell’Accademia di Venezia) disegni, incisioni, vetri, stoffe, merletti.
Si parte da moda e costume: nella prima sala, “Opulenza bizantina e morigeratezza veneziana”, si passano in rassegna gli abiti indossati negli anni dalle dogaresse, spesso importatrici di mode straniere, a partire da quello sobrio della dogaressa Felicita Malipiero ritratta da Bellini, inginocchiata e in atteggiamento di preghiera accanto al doge Pietro Orseolo.
La seconda sezione “Patrocini virtuosi e nobile erudizione” racconta l’importante contributo delle dogaresse alla produzione artigianale della Serenissima: Giovanna Dandolo, moglie di Pasquale Malipiero (1457- 1462) e discendente da una delle famiglie più illustri della Repubblica, è passata alla storia come patronessa della stampa e dei merletti.
Se l’arte del merletto si diffuse nel nel XV fino a diventare un’eccellenza veneziana si deve prima a lei e poi a un’altra dogaressa, Morosina Morosini, nel XVI secolo.
Nella terza sezione “La cerimonia d’incoronazione della dogaressa” quadri e stampe raccontano l’evoluzione di questa originalissima pratica. Marchesina, moglie di Lorenzo Tiepolo (1268-1275) passò alla storia per essere stata la prima dogaressa a fare il suo ingresso solenne in Palazzo Ducale, insieme al doge, in una processione capeggiata dalle corporazioni delle arti e dei mestieri.
Mentre l’incoronazione di Morosina Morosini Grimani, vestita d’oro, ha segnato uno dei più famosi e pomposi avvenimenti della storia di Venezia, nel 1597, e fu illustrata in dipinti celebrativi del tempo. Nella quarta sezione “Miti e revival del mondo dogale” è protagonista il quadro di Francesco Hayez I due Foscari, in prestito dalla Galleria degli Uffizi.
Il pittore romantico realizzò due versioni della storia veneziana del doge Francesco Foscari (1423-1457), e del figlio Jacopo che ispirò il dramma del poeta inglese Lord Byron del 1821, musicato da Verdi.
Nell’opera in mostra è centrale lo strazio vissuto da Marina Nani, seconda moglie di Francesco Foscari, quando il figlio Jacopo venne incarcerato, per aver accettato doni e denari da gentiluomini e persino dal duca di Milano. Chiude il percorso l’affascinate sezione “Le dogaresse del XX secolo” dedicata a donne come Peggy Guggenheim, chiamata appunto l’ultima dogaressa, che sono state protettrici delle arti e autrici di imprese che hanno dato lustro a Venezia in un’epoca in cui la Serenissima Repubblica era già decaduta.
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