19/07/2024
L’Abruzzo è una terra che ha un potere straordinario: quello di emozionare a ogni passo chiunque l’attraversi e la scopra per la prima volta, o per l’ennesima. Le sue meraviglie paesaggistiche non si contano, alcune sono ben note a tutti, ma ci sono luoghi ancora poco conosciuti che vale assolutamente la pena esplorare, custodi di segreti che attendono solo di svelarsi allo sguardo dei visitatori/spettatori.
Ne è uno splendido esempio la Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo, un’area protetta compresa nel comune di Morino, situato al centro della Valle Roveto, in provincia dell’Aquila. L’acqua, con i suoi scenografici salti, è l’elemento dominante in questa oasi felice che incantò anche lo scrittore Alexandre Dumas. Non ci resta che mostrarvela, in tutta la sua prodigiosa bellezza. La Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo si estende per 1025 ettari nella Valle Roveto, una profonda incisione che si estende per circa 30 km nel cuore dell’Appennino laziale-abruzzese, tra il Parco Regionale dei Monti Simbruini e il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. In quest’area si può ammirare la varietà delle componenti ambientali e umane, che integrandosi hanno dato vita a un paesaggio complesso e unico per molti aspetti. Nelle aree più vicine al centro abitato, si susseguono campi coltivati, filari di viti e boschi con querce imponenti, mentre nelle zone più elevate, faggi colonnari e tassi popolano la foresta attraversata dal torrente Romito.
Dalle creste montane al fondovalle coltivato, lo sguardo spazia tra specie rare e di pregio: dai salici e pioppi, che insieme all’ontano nero, costeggiano le rive del torrente, a muschi ed epatiche che formano un tappeto morbido sulle rupi nei pressi della imponente cascata, sotto la quale resiste un bosco di faggio, con molti esemplari secolari che si snodano fra i mille rivoli dei ruscelli intorno. L’immersione nel verde continua tra lecci, aceri campestri, carpini neri, cerri e un popolamento di tasso di grande importanza, oggetto del progetto LIFE “Conservazione della faggeta appenninica con Taxus ed Ilex”, finanziato dall’Unione Europea.
L’incredibile varietà paesaggistica favorisce la ricchezza faunistica, con lo stabilirsi di numerose specie animali, dal cuculo, nelle aree di margine a valle, ai gracchi corallini delle quote più elevate. Negli ambienti di rupe ci si imbatte in esemplari rari, come il gufo reale o il falco pellegrino, mentre la faggeta ospita molte specie di grande interesse scientifico e naturalistico, tra cui l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico. Non manca l’incontro con un anfibio piuttosto raro, la salamandrina dagli occhiali, nelle zone più umide, mentre è davvero curiosa la presenza di ben sei specie di picchi che la popolano, ognuno con caratteristiche diverse. L’attrazione più emozionante di questa incredibile area protetta in Abruzzo è, però, la spettacolare cascata che dà il nome alla Riserva: Zompo lo Schioppo. C’è un legame stretto tra il paesaggio della Riserva e l’elemento acqua, talmente marcato da condizionarne tanto l’aspetto quanto l’ecosistema. La suggestione che ne deriva stregò anche la penna di Alexandre Dumas, che nel suo diario di viaggio in Marsica e Fucino scrisse: “In fondo alla cerchia dei monti una stupefacente cascata sgorga dalla roccia… sembra quasi una striscia bianca e sinuosa che, con un salto di 150 piedi, cade in un bacino spumeggiante da cui fuoriesce un fiumicello argenteo che dopo aver serpeggiato per la valle va a gettarsi nel Liri sotto Morino”.
La scenografica cascata naturale di Zompo Lo Schioppo, la più alta dell’Appennino dopo quelle del Rio Verde di Borrello, in provincia di Chieti, si origina in cima ai rilievi montuosi, su pareti assolate e a strapiombo. Si tratta di una sorgente carsica intermittente che si estingue annualmente nei mesi estivi e autunnali. L’acqua sgorga da una ripida parete calcarea con uno spettacolare salto di oltre 130 metri, che si attiva in primavera, quando la falda acquifera contenuta in un sistema di cavità ancora sconosciute s’innalza con lo scioglimento delle nevi in quota.
I boschi di faggio fanno da protezione a questo sistema, ma è l’acqua uno degli elementi che più caratterizza quest’area incontaminata, disegnandone il paesaggio. Scorre impetuosa dentro la montagna, s’insinua in doline e pozzi, si spinge tra le rocce calcaree, prende corpo nelle grotte per poi riaffiorare in sorgenti copiose, come quella della Pantaneccia, che garantisce il fabbisogno idrico della Valle Roveto. Risorse ambientali così straordinarie, che fanno dell’Abruzzo una meta ambita dagli amanti della natura, vanno certamente salvaguardate e valorizzate. In quest’ottica, le iniziative della Naturale Zompo Lo Schioppo puntano a prospettive di sviluppo e occupazionali fortemente legate al territorio e alla sua popolazione. Dai campus creativi alle campagne di sensibilizzazione ed educazione per riflettere sulla “sostenibilità-insostenibilità” dei modelli socioeconomici, sono diverse le proposte ideate per visitatori e abitanti del luogo.
Ed è con questo spirito che nel 2000 è stato inaugurato l’Ecomuseo della Riserva, ospitato in un antico edificio nella frazione Grancia. Si tratta del primo tassello di una futura rete eco-museale pensata per far convivere nello stesso luogo un Museo territoriale sugli aspetti naturalistici e storico-etnoantropologici dell’area, un Centro Visita della Riserva Naturale e un Laboratorio didattico per educare a un uso appropriato delle risorse ambientali.
Un museo partecipato e interattivo che offre a visitatori e residenti, servizi culturali, didattici, formativi, di progettualità, per diffondere una cultura ambientale collettiva, raccontando al contempo anche la comunità di Morino. Lo spazio, concepito in modo diversificato nel linguaggio e nei contenuti, per permettere così ad adulti e bambini di vivere appieno l’esperienza culturale, include inoltre una biblioteca ambientale, una bibliomediateca, una sala di smielatura e un giardino didattico. La storia di queste montagne è stata attraversata, nei secoli, da terremoti disastrosi, l’ultimo dei quali, avvenuto il 13 gennaio 1915, ha cambiato irrimediabilmente il volto della Valle Roveto, sia nei suoi aspetti paesaggistici sia nelle sue dinamiche socio-culturali. L’abbandono degli insediamenti medievali e il conseguente spostamento degli abitanti verso il fondovalle ha provocato uno “sdoppiamento” dei centri urbani, vedendo sorgere il nuovo edificato accanto ai vecchi ruderi. La piazza d’erba con il fontanile e le stradine tra le mura diroccate sono ciò che resta dell’antico centro, svelandosi in tutto il loro fascino e offrendo un punto panoramico privilegiato con vista sulle rupi, sulla cascata di Zompo Lo Schioppo e sull’intera Valle Roveto.
Dopo il progetto di recupero e valorizzazione, denominato “Il Borgo Rifiorito”, lo scorso maggio il riqualificato borgo di Morino Vecchio è stato restituito alla comunità nel suo pieno splendore. Grazie a una profonda opera di messa in sicurezza, sono stati recuperati straordinari percorsi fatti di storia, memoria e spettacolo della natura che sono propri di questi luoghi dall’enorme valore paesaggistico. Nella Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo sono presenti aree di sosta e diversi sentieri, alcuni dei quali ricalcano antichi tracciati creati per le attività agro-silvo-pastorali, mentre altri, più prettamente escursionistici, coincidono con la rete dei sentieri segnalati dal CAI. Nello specifico si possono distinguere in due categorie:
sentieri tematici, con una difficoltà minore, adatti anche a escursionisti poco esperti, bambini e anziani, tutti dotati di pannelli esplicativi per la lettura del paesaggio, la storia e la natura dei luoghi sentieri escursionistici, più lunghi e impegnativi, segnalati solo con segnaletica orizzontale CAI, e con cartelli direzionali collocati in prossimità degli accessi e degli incroci
Le aree di sosta – dello Schioppo, Piano Sacramento, la Fossa – sono dotate di tavoli, panche e punti fuoco, servizi igienici e spazio ristoro.
Se desiderate scoprire la pratica della pastorizia di Rendinara dovete percorrere il Sentiero della Pastorizia, che collega l’area di sosta dello Schioppo con il polo Ecomuseale sulla pastorizia di Rendinara. Si tratta di un percorso di interesse storico-antropologico, che permette di leggere i segni lasciati da una pratica ancora molto viva in questi luoghi.
Il Sentiero di Morino Vecchio offre, invece, l’occasione di scoprire la storia dell’antico borgo distrutto dal terremoto del 13 gennaio 1915. Può essere percorso agevolmente tutto l’anno a piedi, a cavallo o in bicicletta. Un itinerario altrettanto suggestivo è il tracciato ad anello della cascata, che passa accanto all’area in cui si può osservare il capriolo, tocca il Rifugio dello Schioppo, e raggiunge la parete calcarea verticale da cui, in primavera, sgorga la sorgente dello Schioppo che origina la spettacolare cascata. Subito dopo il sentiero ridiscende, tra i boschi di faggio, tornando al punto di partenza.
Tra i sentieri più affascinanti della Riserva, spicca il Sentiero Cauto, che supera un dislivello di circa 300 metri in circa 3 km. Il percorso emoziona sia per gli scorci paesaggistici sia per la presenza dell’eremo di Santa Maria del Cauto. Immersa nel silenzio, a mille metri di quota, questa splendida chiesa rupestre custodisce pitture murali che raffigurano alcune scene di vita riguardanti Santa Caterina di Alessandria e un ritratto di San Clemente di Roma.
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